Ad un mese dalla fine del mondiale, in un calendario ricco di Gran Premi inusuali, la F1 ha toccato anche il suolo turco, precisamente all’Istanbul Park. Un ritorno al passato di nove anni, quando l’ultimo pilota ad arrivare in cima alla classifica fu Sebastian Vettel con la Red Bull. Ma il GP di F1 di Turchia 2020, è stato ben differente da ciò che di ordinario potevamo aspettarci, una sola frase: “sempre pioggia”, non si vedeva da anni!
Non appena i piloti hanno avuto la possibilità di scendere in pista durante le prove libere, si sono subito resi conto di quanto la pista fosse liscia, quasi come guidare sul ghiaccio per un problema legato al rinnovo dell’asfalto. Tra la preoccupazione di scendere in pista e la voglia di familiarizzare con il tracciato, quasi tutti i piloti hanno spinto per provare, finendo molto spesso fuori pista. Tutti tranne Lewis Hamilton, che invece è rimasto sulle sue, evitando di spingere la macchina al limite almeno nella giornata di venerdì.
Uno scenario totalmente differente nella giornata di sabato, dove il meteo è stato di fondamentale importanza per determinare la classifica decisiva. La pioggia oltre a determinare il ritardo delle qualifiche, ha azzerato totalmente la parte gommata del tracciato. La vera sfida non è stata dunque cercare il limite della propria monoposto, ma piuttosto quella di mantenere le gomme da bagnato in temperatura e rimanere in pista, per poter ricavare un giro perfetto. L’unico pilota ad aver dominato fino a quel momento l’Instabul Park sembrava essere Max Verstappen, che si è visto poi sfilare una papabile pole postion dalla Racing Point di Lance Stroll, classe 1998, che ha ottenuto così la prima pole in carriera, il quinto più giovane nella storia di questo sport. Nella TOP 3 è rientrato anche il suo compagno di squadra Sergio Perez, dimostrando di avere le carte in regola per guadagnarsi un sedile per il prossimo anno. Ma la vera sorpresa di queste qualifiche è stata la mancanza di entrambe le Mercedes in prima fila, un record personale che portavano avanti da inizio campionato. Anche le Ferrari come di consueto si sono rivelate poco competitive. Con queste premesse e con questa griglia di partenza totalmente stravolta si aspettava con curiosità la domenica.
Anche la domenica di gara è stata segnata da una pioggia che si è protratta fino a pochi minuti dal via. Durante il primo giro, molti piloti sono stati protagonisti di una partenza “disastrosa” a causa dell’aquaplaning, ma nulla di tutto questo ha riguardato Sebastian Vettel, che dalla 11esima posizione, si è ritrovato in quarta posizione. Lo stesso Sebastian è riuscito a mantenere dietro a sé il campione del mondo Lewis Hamilton per circa 34 giri.
Una gara totalmente anonima per il secondo Mercedes Bottas, che dopo un errore in partenza non è più riuscito a rimontare nella zona punti. A metà gara Verstappen ha perso la sua Red Bull in una manovra di sorpasso, dimostrandosi troppo aggressivo in un punto dove sarebbe stato meglio alzare momentaneamente il piede.
Entrambe le Ferrari hanno fatto una gara maestosa, oltre Vettel, anche Charles Leclerc è stato molto competitivo e solo per un piccolo errore nell’ultimo giro ha perso la sua monoposto nell’intento di raggiungere la seconda posizione e si è dovuto accontentare “solo” di un quarto posto. Vettel, che dopo una guida solida, tranquilla e senza nessun tipo di errore, si è guadagnato la terza posizione e un podio che mancava da un anno.
Che fine ha fatto quella Recing Point che in qualifica ha dominato? E’ rimasta con entrambe le monoposto davanti per parecchi giri all’inizio della gara ma verso la fine un’errore di strategia nel pit stop ha fatto restare indietro Stroll, mentre Perez ha conquistato la seconda posizione.
Nel resoconto, questa gara ci ha permesso di avere un’ulteriore conferma tra chi di esperienza ne ha da vendere, e chi forse ha ancora bisogno di trovare il proprio stile di guida. Anche al GP di F1 di Turchia 2020 si è fatta la storia, quella di Lewis Hamilton che ha meritatamente vinto e raggiunto così il fatidico settimo titolo mondiale, andando ad eguagliare Michael Schumacher. Un giorno che ha determinato il miglior pilota nella storia della F1, un giorno dove la competizione si fa da parte, e si applaude un pilota che nel corso della sua carriera non ha mai mollato la presa.