I come Italia, il nostro bellissimo paese che per la terza volta quest’anno ha ospitato un GP di F1 2020, I come Imola, un tracciato unico nel suo genere, che finalmente è tornato ad essere protagonista, dopo 14 anni di assenza nel calendario di Formula Uno. Ma soprattutto I come Immortale, forse l’unico aggettivo in grado di descrivere il mito di Ayrton Senna, che proprio su questo circuito ha lasciato un grande vuoto nel mondo del motorsport per sempre.
Un nuovo format ha caratterizzato il weekend di gara, con solo 90 minuti di prove libere il sabato mattina a disposizione per i piloti, per provare, girare e captare i dati per prepararsi al meglio per le qualifiche. Un’ora e mezza per svolgere un programma di lavoro specifico, con l’intento di raggiungere il giusto feeling con la pista, quasi una lotta serrata fra i piloti e l’asfalto. Dopo poche ore e forse il tempo di un briefing, è scattata l’ora della qualifica e nulla di nuovo è accaduto in quel di Imola. Bottas si è guadagnato la quindicesima pole in carriera, con il suo compagno di squadra secondo e Verstappen terzo, sempre pronto ad inseguire.
Due piloti hanno fatto la differenza nella mid field: George Russell che ha portato la sua Williams in Q2 per l’ennesima volta, dimostrando di meritare il sedile anche per il 2021 e Gasly che con un’AlphaTauri motorizzata Honda, si è piazzato in quarta posizione proprio dietro ad una RedBull.
Così con l’incertezza di quello che poteva essere il passo gara, domenica scorsa si è disputato il Gran Premio probabilmente più atteso di questo campionato di F1 2020.
Al via è stato Verstappen a meravigliare tutti, riuscendo a sfilare la seconda posizione dal sei volte campione del mondo, che probabilmente ha avuto difficoltà a riscaldare correttamente le gomme. Il primo ritiro è toccato proprio al francese Gasly, che dopo aver mantenuto la quarta posizione per circa sette giri è stato richiamato ai box per problemi idraulici. Inaspettatamente, alcuni piloti hanno iniziato a fare il cambio gomme dopo circa 15 giri, montando la gomma hard, che poi si è rivelata essere la più performante su questo circuito.
Ed è stato proprio il pit stop di Bottas, leader della gara fino a quel momento, a ribaltare l’andamento della gara: Hamilton, che fino a quel punto si era nascosto in terza posizione, ne ha approfittato della situazione per segnare dei giri di qualifica, assicurandosi così la prima posizione per la tutta la durata del gp, con Max dietro ad inseguire.
Le rosse di Maranello hanno dimostrato di avere tuttavia molta costanza, ma poca sostanza. Vettel sembrava finalmente potesse lottare per qualche punto in classifica, ma è stato poi “tradito” dal suo stesso team che durante il cambio gomme lo ha tenuto fermo per circa 13 secondi. Leclerc, chiamato a lottare per raggiungere quanto meno il terzo posto, è rimasto “fermo” in quinta posizione per la maggior parte della gara. A 10 giri dalla fine, quando quasi tutto sembrava essere scritto, lo sfortunato Verstappen, è stato anche questa volta tradito dall’aria italiana, che lo ha portato al ritiro, così come a Monza e al Mugello, assicurando così la doppietta al team Mercedes seguiti da un super Ricciardo che alla ripresa, dopo una lunga Safety-Car è arrivato fino al terzo posto.
La stessa Mercedes che, anche nella domenica di questo GP di F1 2020 ad Imola, ci ha ricordato che le vittorie non arrivano per caso e tantomeno i record, raggiungendo così quota 7 nei titoli mondiali costruttori, infrangendo per altro un nuovo record, quello di maggior titoli costruttori consecutivi che fino a domenica apparteneva alla Scuderia Ferrari. Un grande traguardo per una grande squadra che, da anni ormai, ha capito le regole del gioco e fa di tutto per raggiungere la cima più alta della Formula Uno.