Zoom, la famosa applicazione per effettuare video-chiamate, ha raggiunto il suo picco massimo di utenza con il mese di Marzo che, a causa della quarantena mondiale, è stato di 200 milioni di utenti giornalieri, ma in breve tempo sono spuntati ingenti problemi di sicurezza con furto di dati di migliaia di utenti.
Per capire meglio la situazione in cui si ritrova l’applicazione Zoom, vediamo di partire dall’inizio delle problematiche.
L’applicazione che offre un servizio di video-chiamate, con l’arrivo della pandemia del Covid 19, ha avuto un notevole incremento di utenza, sia di privati che per svagarsi passano il tempo con i propri amici e sia per le aziende che effettuano riunioni virtuali e si aggiornano sullo smart working.
Il mese di Marzo l’applicazione ha raggiunto il record di utilizzo giornaliero, si parla di 200 milioni di utenti collegati, ma la grossa affluenza ha fatto scoprire anche grossi problemi di privacy, i quali al momento sono stati fixati e alcuni problemi minori sono in corso di riparazione.
Gli avvenimenti iniziano con lo “Zoombombing”, fenomeno diffuso in particolare negli Stati Uniti dove utenti malintenzionati entravano nelle video-chiamate pubbliche insultando i partecipanti e mostrando contenuti pornografici, cruenti e peggio ancora fino a che la situazione è sfuggita di mano diventando sempre più virale e in alcuni stati degli U.S. sono stati costretti a cambiare la legge cosi che se si viene denunciati per aver messo in pratica questo “Zoombombing”, la pena può arrivare fino all’arresto.
Insomma, essendo una chiamata pubblica è libera da ogni protezione per accederv si sà, ma in breve tempo il fenomeno si è diffuso anche nelle video-chiamate private, ovvero anche senza invito, utenti “estranei” riuscivano ad entrarci facendo suonare il campanello di allarme riguardante la violazione della privacy arrivando fino al punto che molte aziende ne hanno abbandonato l’utilizzo proprio per evitare questi avvenimenti.
Poco dopo, è stata trovata un altra falla nel sistema che nelle mani giuste e con una buona dose di conoscenza tecnica, si poteva arrivare al furto delle credenziali dell’utente, questo accadeva perchè, spiegato brevemente, l’applicazione inviava esternamente i dati dei partecipanti alle video-chiamate ad un sistema automatico non troppo sicuro che li abbinava al profilo Linkedin, problema risolto con l’ultimo aggiornamento.
Le ultime scoperte invece riguardando la cifratura delle video-chiamate che non sembrerebbero protette da crittografia end-to-end ma siano chiaramente visibili all’interno del server dell’azienda anche se la stessa azienda ha subito risposto dicendo: “All’interno dei server non può accedere nessun malintenzionato”.
Per concludere le notizie negli ultimi giorni, il web si è fatto sentire ancor di più perchè migliaia di registrazioni private sono state pubblicate online senza un apparente motivo, qualcuno ha provato ad incolpare gli stessi utenti dicendo che potrebbe essere stato un loro errore, ma molti la pensano diversamente.
Fatto sta che, una buona parte di utenza che utilizzava l’applicazione per lavoro ha deciso di rimuoverla, alcune aziende, prendiamo in esempio Google, hanno imposto un vero e proprio divieto dell’utilizzo di Zoom da parte dei suoi dipendenti, anche le scuole negli Stati Uniti stanno pensando di utilizzare altre applicazioni presenti nel mercato.
L’utenza di Zoom è diminuita, anche se non è bastato la stessa azienda ha tranquillizzato i propri utenti correggendo immediatamente i problemi più grossi e ha interrotto lo sviluppo di nuove funzioni per 90 giorni cosi da impiegare tutte le risorse nella correzione delle problematiche.
Nel frattempo, i rivali come Microsoft stanno mettendo il dito nella piaga mostrando agli utenti che ci sono altri software più sicuri e più funzionali come Teams, magari può sembrare un colpo basso ma è di sicuro una buona strategia di mercato.