Il quindicenne hacker fa scalpore, ma la vera notizia è la fragilità dei nostri sistemi informatici


21 Gennaio 2025

Recentemente il web italiano è stato travolto da una notizia più che sconvolgente quando le indagini della Procura di Bologna hanno comunicato di aver denunciato a piede libero un giovanissimo e a quanto pare “pericolosissimo hacker” che a soli quindici anni dalla sua stanza ha compiuto qualche piccolo crimine informatico. I commenti inopportuni e i riconoscimenti sproporzionati a chi di dovere non sono tardati ad arrivare, un ragazzino che esagera fa tendenza ma la precaria situazione in cui galleggia la sicurezza informatica italiana non incuriosisce e non indigna abbastanza da parlarne ad alta voce. Forse è più facile criticare le situazioni altrui anzichè lamentarsi e cercare di agire per modificare uno scenario che ormai ristagna da diversi anni e mette in pericolo la vita digitale di ogni singolo individuo che naviga sul web. Non corriamo troppo, vediamo quello che è successo in questi ultimi giorni e confrontiamolo con gli ultimi anni di criticità informatiche che continuano a sovrastare il nostro Paese.

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Critiche all’hacker ma non al sistema stesso

Lo possiamo leggere su tutte le principali testate giornalistiche online oppure nei vari social dove la notizia viaggia incessantemente e appare anche nei notiziari televisivi: “In seguito a un’inchiesta condotta dalla polizia postale e coordinata dalla Procura distrettuale di Bologna è stato individuato e denunciato un hacker quindicenne” il giovanissimo sembrerebbe che dalla sua camera in provincia di Cesena sia riuscito a violare il registro elettronico della sua scuola per trasformare le insufficienze in sufficienze, rimuovere i debiti e modificare alcuni altri dati essenziali dei suoi coetanei, per migliorarne il rendimento. Questo ragazzino inoltre è accusato anche di aver deviato la rotta di alcune petroliere del Mediterraneo, i genitori sembrerebbero all’oscuro di tutto. Sicuramente da far risaltare le sue capacità informatiche perchè a quindici anni non è da tutti riuscire in questi intenti seppur dalle intenzioni non raccomandabili, ma di tutta questa storia che è emersa recentemente quello che ha sconvolto è stata la reazione del web tra commenti inopportuni sulla sorveglianza dei genitori, per poi passare alle critiche sui giovani d’oggi, fino a raggiungere l’apice nei meriti alle autorità che sono intervenute. Facciamo una breve premessa perchè opportuna, il ragazzino non doveva fare ciò che ha fatto e verrà giustamente punito in base alla legge prevista, ma bravate a parte è necessario rivedere le infrastrutture scolastiche e soprattutto fornire maggior educazione nelle scuole alla responsabilità digitale per poter evitare che queste situazioni accadano

Tornando al quadro generale dei fatti, quello che sconvolge è come una notizia così banale abbia smosso gli animi del web quando anziché enfatizzare l’operato delle autorità sarebbe da analizzare nel dettaglio la vergognosa situazione in cui la sicurezza informatica italiana si ritrova da anni. Abbiamo la pubblica amministrazione che oltre ad avere personale non aggiornato sugli attuali rischi legati alla cybersecurity e alle norme comportamentali digitali utilizza sistemi obsoleti e non più considerati sicuri; lo stesso vale per tante altre società pubbliche e private, senza escludere le forze dell’ordine e tutte le ramificazioni ministeriali che hanno in mano i dati sensibili di ogni cittadino del Paese non adeguatamente protetti esponendo ogni singola informazione privata alla mercè del primo hacker malintenzionato che decide di colpire.

I principali episodi recentemente avvenuti in Italia

Per rinfrescare la memoria basta tornare al 2021 quando un attacco ransomware ha messo k.o la Regione Lazio per diverse settimane, oltre a tutto quello che gli stessi hacker sono riusciti a sottrarre. Nel 2022 invece come non ricordare gli attacchi mirati ai siti istituzionali italiani che hanno messo in luce la criticità delle infrastrutture digitali governative. Non può mancare all’appello nel 2023 il cyberattacco a Westpole, azienda che fornisce a un elevato numero di enti pubblici i suoi servizi e che sono rimasti anch’essi inagibili per diverso tempo. Quasi mi stavo dimenticato che nel 2024 l’Italia è stata l’epicentro di uno scandalo di spionaggio che ha coinvolto i sistemi principali dell’anagrafe, della motorizzazione Italiana e numerosi altri sistemi che dovevano essere solo nelle mani delle forze dell’ordine, uno scandalo così grave che ha dato il controllo a una rete di criminali informatici e non, i dati sensibili di ben 800.000 cittadini italiani tra cui personaggi di alto profilo. Tutto questo è solo un estratto dei recenti avvenimenti, così recenti che però sono già finiti nel dimenticatoio dei notiziari e degli altri organi d’informazione.

Informazione, conoscenza, responsabilità e prevenzione

Sono anni che le principali aziende di sicurezza informatica e le stesse testate giornalistiche specializzate nel settore cercano di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’argomento cercando di mettere in luce tutte le zone d’ombra informatiche che quotidianamente il nostro bel Paese deve affrontare. Dai vertici non è mai emersa questa preoccupazione e non hanno mai preso seriamente le continue segnalazioni, così come l’opinione pubblica dei cittadini del web in seguito al furto dei dati sensibili non si è mai indignata così tanto come successo verso le bravate di questo hacker quindicenne; infine fa infuriare ancor di più come gli organi competenti, che dovrebbero essere i primi a guardarsi attorno per condannare e agire sull’obsoleta situazione informatica del Paese, cercano di far risaltare una notizia per dei meriti sovrastimati, facenti parte di quella che dovrebbe essere la quotidianità del loro lavoro.

La tecnologia è un progresso inarrestabile e incontrollabile oltre a essere uno strumento nelle mani di tutti, noi stessi dobbiamo decidere e capire come utilizzarla al meglio e come proteggerci. Lo stesso sistema però, come ripetiamo da diverso tempo, deve essere in grado di aggiornarsi e aggiornarci per metterci di fronte alla realtà dei fatti rimanendo al passo con i tempi senza crogiolarsi in risultati effimeri e complimenti troppo gonfiati. Con l’aumentare dei conflitti mondiali abbiamo visto anche come il ruolo della cyberwar sia sempre più rilevante nelle guerre attuali e future, questo aspetto deve spaventarci per spronarci a investire sempre più in tutti quei settori dedicati alla cybersicurezza e a tutte le sue sfaccettature.

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