DeepSeek sfida ChatGPT: la nuova IA cinese tra successi e polemiche


31 Gennaio 2025

Giorni difficili per il settore dell’intelligenza artificiale con l’arrivo della nuova IA DeepSeek direttamente dalla Cina, colei che con il suo lancio è riuscita a entrare immediatamente in competizione con la capolista ChatGPT, anzi a seconda di molti è riuscita a spodestarne il trono in alcune caratteristiche. Il settore dell’IA è giovane e in continuo sviluppo, l’estremo potenziale di ChatGPT che ha entusiasmato gli utenti è stato sopraffatto dall’arrivo di DeepSeek, anche se a pochi giorni dal lancio sono saltati fuori i primi problemi. Una bolla pronta a esplodere oppure la sua fama si solidificherà nel tempo?

DeepSeek

DeepSeek punti di forza e debolezze

La prima caratteristica saltata all’occhio di ogni utente è sicuramente la potenza del modello di calcolo di DeepSeek, utilizza il modello R1 di OpenAI, un modello che a prestazioni eguaglia o1 di ChatGPT ma al contrario di quest’ultimo non richiede l’abbonamento mensile di 20 dollari per avere a disposizione le funzionalità avanzate, visto che DeepSeek al momento risulta completamente gratuita. ChatGPT era già stata etichettata per sfruttare la monetizzazione in modo spudorato e questa new-entry nel settore, se manterrà lo stesso livello espresso in questi giorni, potrebbe essere la prova del 9.

DeepSeek ha una caratteristica molto simile a ChatGPT, stiamo parlando della funzionalità legata alla ricerca di risposte nel web e fornire il link delle fonti per poterle visionare. I risultati fino a oggi verificati sono stati più che soddisfacenti per un IA gratuita ma a livello legale cresce sempre di più la contestazione che, al contrario di ChatGPT la quale ha un accordo con numerosi editori per utilizzare i contenti, la novizia non ha alcuna partnership e perciò nessun diritto di utilizzo delle fonti.

In DeepSeek mancano alcune delle funzionalità più utilizzate, una fra tutte la funzionalità memoria, ovvero quella funzione che permette all’intelligenza artificiale di immagazzinare quello che gli abbiamo scritto in modo da ricordarsene anche se torniamo su di un precedente argomento dopo giorni, mesi o anni. Non troviamo nemmeno una modalità vocale come su ChatGPT che permette di interagire con l’IA chiacchierando liberamente ma quest’ultima, così come è stata introdotta in un secondo momento in ChatGPT, potrebbe arrivare in corso d’opera.

Sebbene in un utilizzo comune della nuova IA potreste non incappare in alcun errore, durante utilizzi più intensivi DeepSeek ha riscontrato alcune problematiche relative a notizie censurate e news riportate inesatte. Attualmente chi più chi meno, nessuna IA presente nel mercato è infallibile nel suo compito perciò non lo considererei una critica essenziale visto che ha pieno margine di miglioramento con l’incremento del suo utilizzo. Ricordiamo anche che il paragone tra ChatGPT e la nuova DeepSeek è legato al fatto che la prima offre versioni con abbonamento a pagamento mentre la new-entry è completamente gratuita e sebbene possa avere alcune lacune, è un aspetto da non sottovalutare.

I problemi sono arrivati subito a galla e in Italia interviene il Garante della Privacy

Oltre ad alcune imperfezioni e censure varie ciò che ha suscitato enorme scalpore è la poca trasparenza in merito ai dati utilizzati per l’addestramento. Questo è un aspetto criticato in lungo e in largo per tutto il settore in quanto è un argomento molto delicato e che racchiude numerose variabili per permettere la giusta conoscenza del suo funzionamento, però la mancanza di trasparenza con l’esterno e la poca collaborazione che attualmente il team di sviluppo ha con il web lasciano a desiderare. A pochi giorni dall’uscita, seppur sembrava una notizia abbastanza attesa, per gli utenti dello stivale l’applicazione del chatbot DeepSeek non è più disponibile al download nei principali store. Il Garante della Privacy (GPDP) una delle massime autorità amministrative italiane che assicura la tutela dei diritti, della libertà e il rispetto della dignità nel trattamento dei dati personali, è intervenuta sul nuovo chatbot in via d’urgenza e con effetto immediato limitando il trattamento dei dati degli utenti italiani, perciò l’applicazione è stata definitivamente bloccata, seppur come spesso succede, il blocco risulta facilmente aggirabile.

Le sventure legate a DeepSeek non finiscono qui, dopo il blocco imposto dal Garante dell Privacy è uscita la notizia che un gruppo di ricercatori americani di Wiz ha scoperto un gravissimo bug in DeepSeek (prontamente risolta in seguito alla segnalazione) che esponeva un database, collegato al chatbot, a un accesso remoto senza autenticazione. Perciò ogni malintenzionato poteva sfruttarlo per avere accesso a milioni di informazioni tra cui cronologie complete di chat, informazioni sull’accesso, sulle API e infine si potevano estrarre password e file presenti sul server incriminato.

“Mentre le organizzazioni corrono per adottare l’intelligenza artificiale, i framework di sicurezza progettati per salvaguardare i dati sensibili vengono spesso trascurati. Questo incidente funge da campanello d’allarme per l’intero settore”
Le parole di un portavoce di Wiz Research.

Possiamo dire liberamente che in questo momento DeepSeek è passata dalle stelle alle stalle, ora bisognerà vedere come i vari blocchi imposti e le problematiche segnalate andranno a migliorare e una volta stabilizzata e fatta chiarezza su numerosi aspetti ancora oscuri, potremmo effettivamente paragonarla all’attuale regina del settore, ChatGPT.

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