Oltre a scienziati, medici e volontari, contro il COVID-19 abbiamo a disposizione un’arma molto potente, la tecnologia. E’ il caso ad esempio dell’utilizzo del nuovo supercomputer ‘Ruby’ di LLNL creato con Intel per la ricerca sul COVID-19. Il supercomputer Ruby del Lawrence Livermore National Laboratory è stato costruito in collaborazione con Intel, Supermicro e Cornelis Networks. Il sistema è composto da più di 1.500 nodi, ciascuno dotato di processori scalabili Intel Xeon Scalable, e dispone di 192 gigabyte di memoria.
Intel ha annunciato oggi che il Lawrence Livermore National Laboratory (LLNL) sfrutterà i processori scalabili Intel Xeon in “Ruby”, il suo ultimo cluster di elaborazione ad alte prestazioni. Il sistema Ruby sarà utilizzato per il lavoro programmatico non classificato a sostegno della missione di gestione delle scorte della National Nuclear Security Administration (NNSA), per la ricerca di farmaci terapeutici e di anticorpi di progettazione contro la SARS-CoV-2, il virus che causa il COVID-19, e per altri lavori scientifici aperti presso il LLNL.
Ruby fornirà 6 petaflop di prestazioni di picco e si prevede che si posizionerà tra i primi 100 supercomputer più potenti al mondo. Il supercomputer aiuterà a risolvere le sfide scientifiche in molte discipline. Il sistema è ideale per eseguire calcoli di docking molecolare che vengono utilizzati in aree come la ricerca sui farmaci terapeutici. I ricercatori della LLNL hanno recentemente iniziato a utilizzare Ruby per identificare composti candidati in grado di legarsi ai siti proteici nella struttura della SARS-CoV-2. Questo lavoro sulle piccole molecole potrebbe informare lo sviluppo del vaccino e aiutare i ricercatori con gli sforzi per la scoperta di farmaci legati al COVID-19, tutto grazie al Supercomputer.
Ulteriori applicazioni per Ruby includono simulazioni su larga scala della dinamica del plasma e della produzione di neutroni presso il sistema di radiografia per immagini di neutroni MegaJOuLe della LLNL e simulazioni per la ricerca sulla fusione di confinamento inerziale condotta presso la National Ignition Facility e la struttura Z-machine dei Sandia National Laboratories. Il sistema sarà anche utilizzato per la ricerca sul rilevamento di asteroidi, la formazione lunare, la fissione ad alta fedeltà e altre scienze di base attraverso i programmi di ricerca e sviluppo di LLNL Computing Grand Challenge e Laboratory Directed Research and Development.