I data center più strani del mondo (e un esempio virtuoso in Italia)


3 Ottobre 2019
I data center più strani del mondo (e un esempio virtuoso in Italia)

Nell’era dei big data, aziende di ogni settore stanno incontrando sempre nuove esigenze, in materia di gestione dello storage: i data center fioriscono numerosi e spesso in location all’apparenza impensabili, per rispondere a bisogni di spazio, risparmio energetico e sostenibilità.

Dal caldo del deserto, al freddo del circolo polare, Kingston ci propone una carrellata dei data center più strani del mondo, oltre a un esempio italiano particolarmente virtuoso:

  1. L’ex bunker atomico: Per una protezione dei dati a prova di… bomba. Scherzi a parte, in questa lista, Pionen White Mountains merita sicuramente un posto d’onore. A circa 30 metri sottoterra e a pochi chilometri da Stoccolma si trova infatti questo ex bunker atomico riconvertito da Banhof, un provider di servizi internet svedese.
  2. Nel bel mezzo del deserto: Non solo le luci e i suoni del parco giochi per adulti più famoso al mondo, il deserto del Nevada custodisce infinite sorprese: a pochi chilometri da Las Vegas, sorge infatti SuperNap, il più potente e strategico data center degli USA.
  3. Tra i ghiacci del polo: Kolos ha scelto la città di Ballangen, nel circolo polare artico, come sede del proprio data center, destinato a diventare uno dei più grandi al mondo: l’obiettivo è raccogliere una quantità di server tali da richiedere oltre 1000 MW di potenza, in un’area di circa 600.000 metri quadri.
  4. In fondo al mar: Non è un segreto che, all’interno del Project Natick, che mira a realizzare data center più efficienti dal punto di vista energetico, nell’ottica di un’informatica sempre più eco-sostenibile, Microsoft ha deciso di… inabissare un data center nel mare, vicino alle isole Orkney, al largo della Scozia. 
  5. L’ecologico, a due passi da Bergamo: In un contesto sicuramente meno particolare rispetto agli altri citati finora, anche questo è un esempio di sostenibilità unico nel suo genere: si tratta del Global Cloud Data Center, il più grande d’Italia, sito a Ponte San Pietro (Bergamo), una zona sicura dal punto di vista sismico e idrogeologico. Copre un’area di 200.000 m² e recupera l’energia necessaria per la sua alimentazione dall’acqua del vicino fiume Brembo e da migliaia di pannelli fotovoltaici che ne rivestono le pareti.

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