Questa volta il tanto atteso momento di Skull and Bones è arrivato, dopo che Ubisoft ha rimandato l’uscita e ha seguito il progetto di sviluppo per molti anni, il 16 febbraio sarà il day-one del titolo ma grazie ad un breve periodo di open beta, abbiamo potuto mettere mano su quello che possiamo definire una parte di early-game del vasto mondo piratesco in stile action adventure approdato sugli schermi dei videogiocatori.

Pronti a salpare, ci ritroviamo in un’ambientazione che rispecchia l’Oceano Indiano nell’età dell’Oro della Pirateria, dove le varie compagnie delle Nazioni avevano il terrore di solcare i mari per paura che il loro carico finisse nelle mani dei numerosi pirati che attraversavano le rotte. L’apertura ci permette subito di prendere domestichezza con i comandi semplici ed intuitivi per poi buttarci in uno scontro con la Flotta Inglese, il quale da questi eventi inizierà la vera e propria storia del nostro personaggio.
Il nuovo action adventure a tema piratesco di Ubisoft focalizza il gameplay su due differenti ambientazioni: il mare e la terraferma. Il mare sarà il vero e proprio campo di battaglia e d’esplorazione dove potremo salpare con la nostra ciurma e tuffarci in frenetici scontri navali per affondare velieri e impossessarci del bottino; mentre il gameplay sulla terraferma è incentrato solamente per avviare le missioni e interagire con alcuni NPC che fanno da venditori per permetterci di fare acquisti e potenziare la nostra nave, ogni isola sarà un piccolo o grande hub sociale.
Ambientazione e personalizzazione: uno sviluppo “frettoloso”
L’idea piratesca in Skull and Bones la ritroviamo in modo prevalente nelle principali isole come quella di Sainte-Anne, spostandoci tra le strade dell’isola per completare le quest si respira un’aria degna della serie tv “black sails” (per gli appassionati del genere) che comunque riesce a rispecchiare pienamente l’ambientazione del periodo e a restituire quelle sensazioni di caos controllato gestito dai peggiori pirati dell’Oceano Indiano. I piccoli insediamenti sparsi nella mappa sono anch’essi caratteristici del periodo anche se abbastanza ripetitivi nella loro struttura. La nave nel suo stile rispecchia la struttura della linea che avevamo conosciuto anche in Black Flag, qualche cura del dettaglio in più, NPC più reattivi sebbene non così dinamici con gli eventi di gioco ma la problematica è che nel complesso risulterà graficamente “vecchio”: le stesse onde del mare che si innalzano con l’aumentare del vento, la struttura degli NPC e gli effetti dei colpi di cannone non sono in linea con i tempi, un bollo che Ubisoft si porta dietro in diversi videogiochi.
L’interazione del nostro personaggio con gli altri NPC durante i dialoghi e le cut scene è scadente. Pochi movimenti, espressioni facciali assenti e assenza del parlato, mentre gli altri pirati fanno discorsi in preda a tutte le furie, oppure per sbeffeggiare gli altri, il nostro personaggio è un palo li posizionato che ascolta. Di male in peggio arriviamo alla personalizzazione dell’aspetto estetico, anzi c’è veramente poco da dire, una decina di volti preimpostati abbastanza simili tra loro e i segni particolari, null’altro.





Il gameplay: semplice e frenetico
In Skull and Bones hanno voluto introdurre semplici meccaniche di gioco che permettono fin dal primo momento al timone di prendere confidenza con i comandi così da renderci subito pronti per fronteggiare gli scontri navali. Le novità interessanti di questo tipo di gameplay piratesco riguardano, il vento che interferisce con la traiettoria, la regolazione delle vele per modulare la velocità della nave, una variabile che segue direttamente la mobilità e soprattutto la stamina per l’accellerrazione è una meccanica che varia gli scontri aggiungendoci un pizzico di difficoltà, visto che dovremo dosarla egregiamente per poter posizionare la nostra nave nei modi migliori per dare fuoco alle polveri oppure sfruttarla per uscire dal fuoco incrociato degli altri velieri. Gli scontri che alla fine sono l’essenza del videogioco saranno alquanto divertenti e frenetici, in base al lato di attacco potremmo utilizzare i cannoni equipaggiati per andare a colpire i punti deboli dei nemici. Abbiamo trovato molto scenografiche le visuali in prima persona mentre direzioniamo il timone e quella della vedetta sull’albero maestro, garantendo una visuale a 360° di quello che ci circonda.





Sebbene non è la versione definitiva, l’arsenale è abbastanza vasto tra potenziamenti di armi, corazze e quant’altro, interessanti anche i bonus relativi al mobilio che aggiungiamo sulla nave per aumentare le statistiche degli armamenti. Se in Black Flag eravate entusiasti per gli abbordaggi, come avevamo anticipato nei precedenti articoli, in Skull and Bones se li sono dimenticati, o meglio, potremo eseguirli ma serviranno solo per non far affondare la nave e guadagnare più bottino, una funzionalità utile ma sicuramente poco sfruttata nel suo potenziale. Infine se vi piace tuffarvi nell’ambientazione piratesca e limitarvi a dei divertenti e frenetici scontri navali lo svago è assicurato, rimane da valutare se la storia principale riuscirà a mantenere un ritmo incalzante e coinvolgente, oltre che ci sia più varietà nelle missioni secondarie che attualmente sono molto ripetitive.
Questa open beta nel complesso non ci ha convinto, più di 5 anni di sviluppo non hanno dato i suoi frutti; abbiamo un vasto open-world a tema piratesco che non si era mai visto prima ma il videogioco è uscito già datato, non riesce a tenere il passo con le uscite dell’anno scorso, una ripetitività che potrebbe stancare facilmente ma appaga sicuramente nello svago di vestire i panni dei pirati, tra allegre canzoni piratesche, scorribande a son di palle di cannone tra i mari dell’Oceano Indiano.
Skull and Bones sarà disponibile dal 16 febbraio 2024 su PlayStation 5, Xbox Series X/S e PC.