Call of Duty: Black Ops 6 – Rinnovamento e divertimento sono abbastanza?


Quando ci abituiamo troppo spesso ad una tipologia videoludica molto settoriale come gli sparatutto, non sempre è facile portare al pubblico un videogioco che dopo il primo momento di euforismo della novità riesca a rimanere interessante per i videogiocatori. La saga di Call of Duty sebbene nel passato sia stata uno dei titoli cardine nel settore, gli ultimi anni non sono stati affatto rosei, anzi nel centro del mirino c’era proprio la lamentela per ricevere periodicamente le solite proposte del gameplay e delle meccaniche in un nuovo capitolo. Vediamo con questa recensione di Call of Duty: Black Ops 6 se il titolo è riuscito a rompere questa linea di continuità inserendo novità nella campagna, innovazione nel multiplayer e zombie oppure mantiene il solito stile dei precedenti capitoli.

Call of Duty: Black Ops 6

Partendo con un’analisi della campagna, la storyline della trama di gioco mantiene la caratteristica che il presente viene alternato da flashback per introdurre personaggi o per aggiungere pezzi essenziali all’insieme generale. Vestiremo i panni di Case, un personaggio abbastanza anonimo (e questo ne risente la campagna) ma contornato da altrettante figure di rilevante caratura. È innegabile che le cut-scene sono qualitativamente migliorate aumentando l’immersività in quello che è il racconto della storia. Gli scenari delle missioni sono più curati, soprattutto per quelle missioni guidate, ovvero quelle missioni in stile Call of Duty dove abbiamo il nostro percorso da seguire per progredire, garantendo dei dettagli qualitativamente appaganti. Le missioni open-world, che abbiamo visto anche nei precedenti capitoli, si sono rinnovate garantendo maggior divertimento e una miglior gestione degli spostamenti. Avremo differenti attività da portare a termine oltre a quelle principali che permetteranno di sbloccare nuovi equipaggiamenti o serie di ricompense che torneranno utili nelle missioni successive. La nuova formula open-world (per quanto il termine possa sembrare abusato) con possibilità di scelta dell’approccio di gioco mi è piaciuta, un’ottima base di partenza su cui lavorare per dare più libertà al giocatore su come agire e sul futuro della sua campagna. La parte Stealth è risultata più accurata nelle missioni in cui questa dinamica viene imposta, forse perchè hanno un contorno più veritiero e meno forzato, come infiltrarsi all’interno di un convegno politico, rendendo l’ambientazione adatta alla tipologia di approccio imposto. Invece quando si ha la scelta libera su come agire, il tutto sarà più banale da affrontare come accaduto in precedenza. All’interno di questo capitolo come intermezzo tra le missioni avremo il nostro quartier generale, chiamato La Torre, una base d’appoggio dove troveremo all’interno i compagni di team che oltre a scambiare quattro chiacchiere con dialoghi interessanti, potremo acquistare diversi potenziamenti da utilizzare nel corso della campagna. Per far ciò si userà il denaro che troveremo sparso nel corso delle missioni. Nulla di incredibile e innovativo ma sicuramente una modifica che rende più personalizzabile la nostra campagna.

Call of Duty: Black Ops 6

Il reparto multiplayer, una delle componenti più giocate dai fan, streamer e appassionati di competizione è riuscito a mantenere uno standard accettabile dal lato tecnico peccando nella varietà delle mappe disponibili e sulle novità introdotte. Giocando ritroveremo quello che è il vecchio stile che ha caratterizzato la saga di Black Ops in un misto di frenesia e tattica. Mancano però idee innovative in numerosi aspetti. Si torna invece alla classicità passata, così come le mappe di gioco che oltre ad avere una scelta limitata si ripresentano nella solita conformazione a tre vie. L’armaiolo e la possibilità di personalizzazione dei vari equipaggiamenti permette di diversificare e adattare quasi qualsiasi tipo di arma alle situazioni in cui combatteremo, riuscendo così ad utilizzare mitragliette anche nelle medie distanze e viceversa con i fucili d’assalto ovviamente senza scendere a compromessi.

Le interessanti mappe delle ondate di non-morti

I non-morti rimangono un punto di forza; la modalità zombie seppur criticata nell’ultimo Modern Warfare 3, in questo nuovo capitolo riesce a sorprendere grazie ad un accurato comparto grafico delle mappe di gioco e di alcune nuove meccaniche introdotte. A livello di gameplay continua a mantenere la classica struttura che conosciamo più che bene, ovvero uno scontro a turni dove ondate di non-morti assedieranno da diversi angoli la mappa di gioco e la nostra abilità nel gestire gli assalti e nello spendere i punti guadagnati sarà fondamentale per il successo. Ci saranno missioni principali e secondarie da affrontare durante lo scontro a turni, e dovremo anche gestire la costruzione dell’equipaggiamento a disposizione e le power-up per essere sempre in vantaggio sulla quantità di zombie che andranno all’assalto.

Di seguito riepiloghiamo i principali aspetti positivi e negativi emersi dalla nostra recensione di Call of Duty: Black Ops 6:

Aspetti positivi

Aspetti negativi

  • Il protagonista Case viene poco approfondito
  • Poca varietà nelle struttura e nella scelta delle mappe multiplayer
Call of Duty: Black Ops 6

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